Popularia
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Breve Rassegna Stampa
Da "CIAO 2001" del 7 agosto 1983
Piergiuseppe Caporale
Cronaca sul "Naples Summit", giornata dedicata a Napoli, nell'arco del Montreux Jazz Festival 1983, a cui parteciparono I Popularia, Tony Esposito, Tullio De Piscopo, Pino Daniele.

Hanno aperto le danze...sei esordienti, almeno tali nell'ensemble, i Popularia. Questo gruppo ha immediatamente colpito i più smaliziati (come il prevenuto scrivente) con un impasto di nuovo ed antico che finalmente non sa assolutamente di tentativo dilettantistico... Questi ragazzi hanno saputo veramente creare un suono nuovo, tutto fondato sul trascinamento del ritmo, aiutato da uno swing impensabile... In ogni caso personalmente terremo d'occhio questo sestetto che, all'insegna del jazz-rock con forti influenze meridionali, e riuscito a ridare sugo a quelle che potevano essere state, in passato, sterili esperienze...
...e chiude sull'intera serata...
...
una volta tanto, non ci siamo sentiti i parenti poveri delta musica internazionale.

All'uscita del 1° LP, nell'84 (ripubblicato interamente nel doppio CD "Popularia 82-95")
Da "CIAO 2001" del 13. maggio 1984
Ernesto Bassignano

1 Popularia che più autarchici di cosi non si può, che aggregatisi per anni suonando e pensando ad una fusion di anime, note e lavoro, ora finalmente, dopo i fulgidi esordi a saggiare folle peraltro gia solidali, hanno inciso il primo disco a 33 giri (d'una serie speriamo numerosa se della stessa portata di questo)... E cosi oggi anche l'Afrapoli dei Popularia, vero e totale amalgama di tutti e quindici gli anni di tentativi alla ricerca d'un comune parallelo Ira latitudini e longitudini: come a dire la Pietra Filosofale, la musica totale, arco utopico tra folk e rock, tra radici e futuro... Bassinga, da parte sua, oltre a confermare la felicità di un tal battesimo, vi può ancora rivelare che comunque ha avuto la netta sensazione di trovarsi di fronte a qualcosa di grosso: il miracolo d'una unione fluida, con pianismi liquidi, mandolini solisti usati come fossero fiati e protagonisti della melodia invece che dei colori e tappeti, una batteria straordinaria per ispirazione e fantasia, nel rispetto più assoluto dei suoni, una varietà di temi e qualità armoniche e cromatiche abbastanza inusata nel nostro Paese.

Da "ROCKSTAR" del luglio 1984
Stefano Bonagura

Un album strumentale, una vera rarità di questi tempi. Va notato the questo e il primo progetto discografico che negli ultimi anni è nato, cresciuto' ed è stato finalmente realizzato a Napoli con buoni risultati... Si tratta di fondere tradizione popolare napoletana e jazz-rock... Ovviamente ci hanno gia provato in molti, ma i Popularia si distinguono per il modo. Prima di tutto, l'organico non è il solito: qui ci sono due mandolini che espongono gran parte dei temi, fraseggiano e riempiono la ritmica. Poi gli ingredienti, le proporzioni sono diverse dal solito: qui c'e più Napoli .che America, grande quantità di melodia tradizionale su basi ritmiche pop jazz non invadenti. Un impasto sonoro gradevolissimo, morbido, per niente banale e scontato.

Da "MUSIC" del luglio/agosto 1984
Francesco De Vitis

Questo sestetto è riuscito a creare un sound d'amalgama frà tendenze varie ed eterogenee, legandole tra loco con grande feeling e grande amore per la musica, considerata espressione di vitale importanza... Ma quello che salta subito agli occhi (anzi alle orecchie!) è la natura d'insieme del suono, testimonianza evidente di una crescita portata avanti come fenomeno collettivo, in perfetto equilibrio tra componenti emotive e strutture musicali studiate, scritte, programmate. La felicità della strada scelta dai Popularia per comunicare parte dalla testa come dal cuore, dallo strumentismo come dal feeling, per arrivare ad un emozionato elogio della libertà, della musica come creazione collettiva e libera, concettuale ma anche fluida e spontanea; dalla ricerca sanguigna ed estranea ai cerebralismi culturali delle radici, viste più come trampolino di lancio verso il futuro che come recupero di un passato ricco di gloria e di melodia. Questi ragazzi meritano molto perchè danno molto. Nel vostro cronista hanno acceso la speranza di un patrimonio che correva il rischio di andare inespresso.